lunedì 4 febbraio 2019

Blog tour IN TEMPESTA di Helen Hollick - Cover reveal + Trama


Buongiorno, lettori!
In occasione del blog tour dedicato a In tempesta, terzo volume della saga Sea Witch di Helen Hollick, oggi vi presento in anteprima la copertina e la trama del romanzo, pubblicato da Catnip Edizioni. 
QUI trovate la mia recensione del primo libro. Se amate i pirati e le storie d'amore impossibili, non potete perdervi questa trilogia!





Trama
Jesamiah Acorne, capitano della Sea Witch, ha accettato l’amnistia del governo contro i suoi reati di pirateria, ma i vecchi nemici non sono altrettanto lesti a dimenticare il passato. In particolare Edward Teach – meglio noto come Barbanera – ha ancora un conto in sospeso con Acorne. In seguito a un incontro con una vecchia fiamma di Jesamiah, la sua fidanzata, la levatrice e Strega Bianca Tiola Oldstagh, partirà per la Carolina del Nord per aiutare con un imminente parto difficile. Il problema? È lì che risiede Barbanera.
Barbanera non dovrà scoprire che Tiola è la donna di Jesamiah, e lei dovrà nascondere la sua identità e il suo dono dell’Arte al pirata dal cuore nero che ha venduto la sua anima al male. Con Sea Witch danneggiata e lui stesso ferito da Barbanera, Jesamiah dovrà prendere atto della situazione nella sua vecchia casa in Virginia – ma i guai lo seguono come la spuma bianca dietro una nave in corsa e presto la sua identità di ex pirata potrebbe venire alla luce.

Non perdetevi le prossime tappe del blog tour e... Buona lettura!


martedì 29 gennaio 2019

LA MAGA TESSITRICE ARRIVA IN LIBRERIA


Era notte e il buio avvolgeva ogni cosa.
Due anni fa scrissi questa frase. Era il giorno del mio primo esame da universitaria e l'ansia mi stava consumando. Sapevo che l'unico modo per tenerla a bada era raccontare una storia. Così misi da parte il manuale di letteratura inglese, accesi il computer e buttai giù un fiume di parole. 
Adesso stringo fra le mani La maga tessitrice, questo romanzo nato per necessità e desiderio, e sorrido ripensando a quella frase da cui tutto è cominciato. 
Chiunque vorrà, da domani, potrà entrare in una libreria, comprare il libro e conoscere dei personaggi che a lungo sono esistiti solo nella mia mente. Li amerà, li odierà o non li capirà. Come accade alle persone reali
Così mi chiedo, commossa e terrorizzata allo stesso tempo, se esista una magia più grande di un pensiero che diventa un universo di carta e inchiostro, in cui tutti possono perdersi e incontrarsi... 
Ma non ne sono sicura solo perché leggo e scrivo fantasy. Quando si tratta di magia, le mie aspettative sono troppo alte!




Ci vediamo domani in libreria,
Hele

domenica 21 ottobre 2018

TELEGONO - Condivido il mio racconto breve


telegono racconto helena paoli

Telegono
(dalla raccolta Monologhi di ©Helena Paoli)

Mi chiamate da sempre con mille nomi.
A volte sono donna. Anfitrite, Belisama, Yemaja. Altre, invece, sono uomo. Kanaloa, Varuna, Poseidone. Nei sogni mi venerate come una divinità. Ti prego, conducimi lontano, dove ci sono solo onde e il dolore è un brusio sotterraneo. Nelle preghiere mi temete, consumate le labbra e le sillabe, vi genuflettete invocando altre illusioni, dammi un mare calmo e fammi tornare a casa.
Insegnate ai vostri figli a immergervi sotto la mia pelle, a cercare con mani avide pesci che possano riempire il vuoto nella pancia, nella testa, o in quel buco invisibile che vi squarcia il petto e v'impedisce d'essere completi. Ma i vostri cuccioli ascoltano anche storie sussurrate attorno al fuoco, racconti di tempeste furiose, navi inghiottite dal buio, marinai un tempo dalle guance arrossate, ora divenuti ossa lucenti.
Sono blu come i vostri occhi, sono verde come i vostri prati, ho la stessa sfumatura nerastra dei vostri incubi. Sono campo di battaglia, cimitero, premio per il miglior offerente. Mi amate, mi calunniate, credete che io esista solo perché voi avevate bisogno di me. Sono tutte bugie. Sono tutte verità. Eppure, anche se siete fragili e contraddittori, io ammiro voi esseri umani.


telegono racconto breve
Sto imparando a conoscere quelli della tua razza. O magari siete miei da sempre. Se fossi come me, capiresti questo dubbio. Io non ho occhi che catturino un istante del mondo, né orecchie che registrino i respiri di un solo frammento di terra. Il tempo -questa nuvola porosa che ci attraversa tutti, e che gli umani come te adorano tagliuzzare ed etichettare- è un gioco banale. Tu lo percepisci come una linea, perché il tuo corpo è progettato per essere un passeggero. Per me è un punto, ragazzo. Io sono partenza, viaggio, meta.
Per questo siete tutti insieme nel mio animo, per questo non siete nessuno. Se state sfiorando la superficie della mia veste acquosa, allora io ho già visto la vostra nascita e la vostra morte. E quella di vostro fratello, di vostra madre, della ragazza che avreste potuto amare se foste rimasti coi piedi sulla terra ferma. Non posso ascoltare ogni dettaglio delle vostre storie, perché siete troppi, e complessi, universi imprigionati da muscoli e tendini. Così finisco per custodire gelosamente i particolari, la memoria di un sorriso, di un'ambizione mai realizzata, di una passione travolgente. Siete diversi, tuttavia vi assomigliate. Mi affascina questa vostra contraddizione strutturale, ma, in fondo, è tutto ciò che conosco dell'uomo.

E poi ci sei tu, Telegono.
Ho sfiorato anime di naufraghi, pirati, regine. Ogni cuore aveva una vibrazione unica. Eppure riesco a cantare solo le tue note. Non so quando sei arrivato. Prima che voi umani cominciaste a tessere scie di veleno sul mio corpo? Dopo la strage di creature che hanno scelto me come rifugio, a differenza della tua razza, che vuole essere pesce, uccello, leone, foca, pipistrello?
Mi hai toccato, e il coro di voci si è trasformato in un monologo. Hai creato una crepa, e forse ora il mio tempo non è più un punto, ma un cerchio. Tu ti ripeti, ragazzo in eterno, e io vedo coi tuoi occhi, esploro finalmente il mistero dell'umanità. T'imparo a memoria. Finisco per amarti.
Mi piacerebbe ascoltare la tua risata spensierata di bambino. Tuttavia devo accontentarmi dei tuoi occhi spietati di adolescente, riflessi in quelli antichi di chi ti ha messo al mondo.
Devo andare, le dici, e non t'importa che questa rabbia consumerà tutto quel che sei.
circe mare racconto helena paoli Telegono, tua madre è la protagonista di canti a mezza voce: Circe la strega, Circe la figlia del Sole, Circe l'allieva di Ecate. Nessuna donna che vive nel vostro tempo può gridare di voler essere come lei. I membri del tuo sesso l'hanno già trasformata in uno dei volti del male, tentando di emulare le metamorfosi che lei sa realizzare con erbe e vini. Non temere però, arriveranno umani capaci di vedere la differenza tra questi due incatesimi: tua madre non nasconde la verità sotto parole pesanti come macigni, ma la libera da travestimenti più o meno riusciti. Non è colpa di Circe se alcuni uomini, in fondo, sono dei maiali.
Io sono la tua casa, ti risponde, e tu lo sai, Telegono, che se andrai via la spezzerai. Forse un tempo ha amato Odisseo, forse prima la sua vita era la ribellione, ma adesso ha te, figlio, progetto, fonte di giovinezza che la renderà immortale nel ricordo. Il tuo destino, però, è scritto nel nome che porti: “Telegono”, “Nato lontano”. Lontano da tuo padre.
Lui è la mia identità, concludi, chiudendo il passato in un cassetto.
Di giorno lavori incessantemente coi tuoi compagni d'equipaggio, soffochi nella fatica la paura che ti brucia nel petto. Gli altri marinai ti guardano con sospetto, non sei sicuro di poter tollerare la stessa ansia negli occhi di tuo padre. Straniero, straniero, straniero. Anche se il pensiero di Odisseo ti è familiare, probabilmente non sarà lo stesso per lui. Circe non ne ha mai fatto un mistero: ci sono un'altra donna e un altro figlio, le persone a cui tuo padre appartiene. La consapevolezza del rifiuto ti fa tremare le mani, quasi sbagli il nodo necessario a tenere ben spiegate le vele. La rabbia ti aggredisce, perché nessuno ti ha mai insegnato a soffrire: odi tua madre, prigioniera della sua stessa libertà, e detesti quella famiglia speculare che ha attirato Odisseo come un magnete. Cos'ha Telemaco più di te? Perché tu sei il figlio dell'avventura e lui quello del ritorno?
Io ti preferisco di notte, quando rinunci all'idea di te e ti concedi di essere Telegono. Ripassi con costanza i nomi delle erbe che, mescolate, possono guarire un'ustione o immobilizzare il cuore. Preghi una divinità senza nome di trovare delle certezze, tu che sei un fascio di dubbi e sangue, e fischietti una ninna nanna che tua madre ti cantava quando non riuscivi a dormire. Esplori con gli occhi della mente la vegetazione incontaminata della tua isola, sperimenti col ricordo le sensazioni d'impotenza e catarsi che hai provato la prima volta in cui hai guardato, dall'alto della vostra montagna, le nuvole nere che si addensavano nel cielo, cariche di pioggia.

driade telegono helena paoli
A volte conosco, attraverso di te, una ragazza. Non la chiami mai per nome, ma ha la pelle d'ambra e occhi duri come corteccia. Studi il suo corpo morbido celato da veli sottili con la stessa perizia con cui osservi le tue piante della vita e della morte. Ti porti una mano al petto se avverti il suo profumo come quando scruti la tempesta in lontananza. Correte scalzi nelle strade dell'isola -fantasmi di civiltà- e spesso finisci per perderla di vista. Quando meno te l'aspetti la ritrovi, per caso, nascosta in un anfratto buio o sui rami robusti di un albero.
Non sei costretto a venirmi sempre a cercare, ti sfida. Sa che non troverai le parole giuste per distendere la vela dei tuoi pensieri.
Allora smetterò di farlo, rispondi, anche se è la più deviata delle bugie. Non sai amare, Telegono. Non è colpa tua. Tuo padre ti ha insegnato solo l'assenza.
Quando la nave arriva a Itaca, la ragazza con gli occhi di corteccia scappa dai tuoi pensieri. Esiste solo Odisseo, il re dell'isola. I suoi sudditi ti fermeranno per strada, riconoscendo nei tuoi occhi o nel tuo incedere il loro sovrano? Nel momento in cui ti stringerà la mano, la sua bocca si curverà in un mezzo sorriso come fa la tua? Nelle rughe della sua fronte scavata dall'esperienza troverai te stesso?
Hai solo una vaga percezione delle montagne dure che popolano l'orizzonte e della terra sterile che non potrà accoglierti: uno sconosciuto ti aggredisce alle spalle, facendoti rotolare sulla spiaggia sassosa. Accetti ogni lieve ferita nella speranza che l'altro si fermi, che legga nei tuoi tratti la nobiltà che dovrebbe temere. Ma il dolore continua, è ovunque, lividi violacei fioriscono sul tuo corpo divenuto giardino.
Sei venuto a Itaca per scorgere i confini di te stesso, non per lasciarti annullare da qualcuno che ti odia senza motivo: qualcosa di torbido -un'oscurità che ti aspetta da sempre, cresciuta con te senza che lo sapessi- prende il sopravvento. Mentre il tuo viso viene tempestato di pugni, hai la lucidità di tirare fuori il tuo coltello, quello che Circe voleva nasconderti. Tenti come puoi di colpire l'altro, lo senti ridere, ignaro del veleno in cui è stata immersa la lama, lo stesso intruglio che adesso circola nelle sue vene e metterà fine alla sua vita.
I colpi si fanno sempre meno intensi, lo sguardo dello sconosciuto è annebbiato. Balbetta alcune parole, e tu vorresti essere altrove. Come hai potuto rubare gli ultimi pensieri di questa creatura a suo figlio? E mentre formuli questa domanda, capisci l'ironia amara della tua esistenza. L'altro si è accasciato all'indietro, il suo piede sporco è a pochi centimetri del tuo viso. Un angolo di pelle è tagliato da una cicatrice: Odisseo si è ferito in questo modo da giovane, durante una battuta di caccia al cinghiale. Te l'ha raccontato tua madre quando ancora parlava di lui.
Ti gira la testa. Forse tutti quei colpi ti hanno privato della ragione. Questo pazzo non può essere tuo padre. Non ha nulla di te, nulla della persona che vorresti essere. Ti butti sul suo petto, in un impeto di rabbia o disperazione. Senti che rantola qualcosa, poche sillabe: Il mare. Voleva partire ancora, voleva prendere il tuo posto sulla nave. Gli si rovesciano gli occhi, della schiuma gli si addensa in bocca. Non hai con te l'antidoto.
Le parole sono incastrate nella gola, perché sai che l'altro non potrà mai risponderti. Ti porti le mani alla faccia, tiri, a cosa serve questo corpo se non c'è più nulla a riempirmi, tu non eri tuo padre, eri la ricerca di tuo padre, e ora non sei più niente.

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Alla fine fai la sua stessa scelta. Corri dentro di me, la superficie è lontana, hai nascosto le pietre che prima ti hanno ferito sotto i vestiti, perché ti trascinino sul fondo quando il tuo corpo si opporrà all'orribile decisione della tua mente. L'aria finisce troppo presto, e gli occhi stanchi del mondo ti si chiudono. Non combatti per respirare. Fa troppo male essere Telegono. Così m'incontri, perso nel baratro del tuo animo, e io non posso fare niente per salvarti. Non so se voglio farlo. Forse dovresti stare qui con me, siamo entrambi invisibili e complicati e troppo per gli uomini. Io posso essere tua madre, tuo padre, la ragazza con gli occhi di corteccia, memoria di un altro tempo o ombra di sogno.
Posso essere te.

Le pietre sono rotolate giù una alla volta. Magari sei stato tu a mettere le mani sotto la veste e a stracciarla con le ultime forze rimaste. O forse sono io che ho scosso ogni parte di me, liberandomi per un attimo della schiavitù che la mia condizione impone. Per una volta non ho voluto restare a guardare.
Io ho molti nomi, e anche tu ne meriti un altro. Trova una nuova casa, un altro scopo per cui vivere, una ragazza vera da amare. Apprezza i dettagli della tua quotidianità, fai tesoro del passato, realizza un'esistenza di presenze. E quando avrai i capelli intessuti di vecchiaia e gli occhi soddisfatti di chi è stato vivo fino in fondo, torna da me. Resterai per sempre colui che mi ha mostrato perché la vostra razza mi somiglia, perché finché voi ci sarete io non sarò una creatura sola.
Voi umani siete gli unici che, come me, contengono moltitudini.

Potete trovare il racconto anche su Wattpad (qui) e sul mio profilo Instagram (qui).

domenica 9 settembre 2018

LA CHIMERA DI PRAGA - Gruppo di lettura (tappa dal capitolo 7 al 12)

la chimera di praga laini taylor helenarrazioni

Ciao lettori! 
Oggi ospito la mia tappa del gruppo di lettura dedicato al primo volume della trilogia fantasy di Laini Taylor, La chimera di Praga. Se volete scoprire qualcosa di più su questo progetto e su come parteciparvi, vi basta recuperare il mio ultimo post (lo trovate QUI).


trilogia la chimera di praga helenarrazioni

Karou ha diciassette anni e conduce una doppia vita: per alcuni appare come una semplice studentessa d'arte, per altri è invece la figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera che vende desideri in cambio di denti, macabri ingredienti dei suoi riti.
Il fragile equilibrio dell'esistenza di Karou viene meno il giorno in cui il marchio nero di una mano sconosciuta compare sulla porta che unisce il mondo umano e il negozio del Mercante di desideri. Bloccata tra gli umani e incapace di raggiungere la sua famiglia di chimere, la ragazza dovrà affrontare i dubbi sulla sua identità e le conseguenze di un conflitto millenario tra i demoni e gli angeli. 

Quando si parla di Laini Taylor, il mio cuore perde sempre un battito. Le sue storie sono accomunate da elementi narrativi che mi trasformano in una fangirl in adorazione: una prosa ricca e attenta all'interiorità dei personaggi, una mitologia onirica e originale e potenti riflessioni sull'ereditarietà dell'odio
la chimera di praga gruppo di letturaIn particolar modo, ne La chimera di Praga, l'autrice intreccia una trama piena di colpi di scena a un'indagine approfondita sulla complessità dei conflitti. Fin troppo spesso, nella letteratura fantastica per adolescenti, si tende a creare "la fazione dei buoni" opposta a quella dei "cattivi", e quest'atteggiamento non è altro che una banalizzazione della realtà a cui spesso gli autori ricorrono a causa di pregiudizi nei confronti delle capacità intellettive del loro stesso pubblico di riferimento.
Non è il caso della Taylor.
I suoi personaggi vibrano di contraddizioni, e sono caratterizzati con un realismo quasi commovente. 
Si capisce che questa è una delle mie trilogie fantasy preferite in assoluto? Rileggere questi libri per il gruppo di lettura fa davvero bene alla mia anima.

la chimera di praga recensione helenarrazioni

Da qui in poi procederò con il racconto e il commento della mia tappa (capitoli 7-12). Potete recuperare le altre QUI e QUI.

All'inizio del settimo capitolo, il lettore scopre che in diverse città del nostro mondo stanno comparendo impronte nere come quella apparsa a Praga. Karou è ancora inconsapevole di cosa significhino quei marchi, di conseguenza non ne riferisce la presenza a Sulphurus. La chimera ha appena terminato uno scambio con un cacciatore che gli fornisce denti, e la ragazza si chiede per l'ennesima volta a cosa possano servirgli. 
Non ottiene una risposta.
Emerge con irruenza una caratteristica di Karou che rende il suo personaggio tragicamente interessante: appartenendo a due mondi, è come se non vivesse mai davvero.

«Questa sono io, la ragazza a-destra-e-a-sinistra», sottolineò Karou.

karou la chimera di praga gruppo di letturaAffamata d'affetto, la giovane ipotizza di restare per la notte nel negozio, in compagnia della sua famiglia di chimere. Tuttavia, a causa di un pericolo improvviso, è costretta a tornare a Praga. Poco dopo, il lettore conosce Akiva, il protagonista maschile del romanzo: è un serafino colmo d'odio, bellissimo e terribile, che sta marchiando le porte che conducono al negozio di desideri per vendicarsi di Sulphurus.
Karou, nel frattempo, cerca di recuperare il rapporto con Zuzana, la sua migliore amica, offesa a causa delle continue assenze dell'altra. La ragazza non può svelarle la parte della sua vita che coinvolge denti e mostri, e questo segreto rischia di allontanarle. 

Zuzana si voltò e vide l'espressione che Karou aveva qualche volta, quando pensava che nessuno la stesse guardando. Era tristezza, smarrimento, e la cosa peggiore era il modo in cui pareva automatica, come se fosse sempre lì e le altre espressioni fossero soltanto un assortimento di maschere che lei usava per coprirla.

Di conseguenza, Karou ignora la richiesta d'aiuto di Sulphurus, giunta attraverso il suo messaggero-chimera, Kishmish. Le due amiche s'intrattengono nel loro locale preferito, parlando d'amore e di primi appuntamenti. Cose normali, cose di cui Karou ha un disperato bisogno, lei che desidererebbe essere il gatto sfuggente e imperscrutabile e, invece, è il felino dall'eterna fame d'affetto.

karou la chimera di praga gdlL'incompletezza di Karou -quel senso di desiderio che l'avvolge- è uno dei motivi per cui amo il suo personaggio. Negli ultimi anni veniamo sommersi da protagoniste di romanzi apparentemente fredde e calcolatrici, che poi si rivelano tutt'altro. Ho sempre ammirato invece l'onestà di Karou (e della Taylor!) nel parlare della sua emotività: l'amore non è una debolezza, la sua ricerca non ci rende meno forti, anzi. Può donarci un obiettivo, e tanta ispirazione.
Alla fine, Karou raggiunge il Mercante dei desideri. Sulphurus ha bisogno della figlia adottiva per fare scorta di denti... E la ragazza rimane sconvolta nel constatare una profonda malinconia negli occhi del mostro. Per questo accetta di recarsi a Marrakesh e incontrare un venditore di denti umani, lì proprio dove Akiva, il serafino, sta marchiando una delle porte che legano la nostra dimensione all'Altrove delle chimere.

Nell'ultimo capitolo della nostra tappa, conosciamo Karou con gli occhi di Akiva. Rapito dall'unicità della giovane, l'angelo abbandona momentaneamente la sua missione per seguirla nella folla. La Taylor racconta questo momento con una prosa che per intensità sfumano nella poesia...

Fino a pochi giorni prima, gli esseri umani erano stati poco più di una leggenda per lui, e ora eccolo nel loro mondo. Era come camminare nelle pagine di un libro, un libro vivo, con colori e profumi, sporcizia e confusione. E la ragazza dai capelli blu si muoveva lì dentro come una fata in un racconto. La luce la trattava in modo diverso rispetto agli altri e l'aria pareva raccogliersi intorno a lei, come un respiro trattenuto. Come se l'intero luogo fosse una storia che parlava di lei.

Cosa accadrà quando i due s'incontreranno?

Mi raccomando, lettori, continuate a seguire il gruppo di lettura! Qui sotto trovate i prossimi appuntamenti e il collegamento col gruppo Facebook, in cui scambiarci opinioni e pensieri... Non mancate!

helenarrazioni calendario gruppo di lettura


Puoi acquistare il romanzo qui:

martedì 4 settembre 2018

PRESENTAZIONE GRUPPO DI LETTURA LA CHIMERA DI PRAGA

la chimera di praga fazi editore helenarrazioni

Buongiorno, lettori!
Oggi comincia ufficialmente la lettura di gruppo de La chimera di Praga di Laini Taylor. Pur avendo già letto per intero la trilogia, ho deciso di partecipare perché si tratta di una delle mie saghe fantasy preferite, ed è sempre un piacere perdersi nelle parole di quest'autrice. Inoltre, ho recentemente letto il primo libro della sua nuova duologia, Il sognatore, e ho pensato che potesse essere interessante dedicare un video sul canale alla Taylor, ai suoi libri e al modo in cui la sua scrittura si sta evolvendo... Motivo in più per riprendere in mano La chimera di Praga!
Nel caso in cui qualcuno di voi volesse leggere il romanzo e commentarlo in diretta con me e altri lettori, QUI trovate il nostro gruppo Facebook, uno spazio dedicato al gruppo di lettura.
Di seguito vi lascio qualche informazione sul primo volume. Lasciatevi affascinare anche voi dalla penna sofisticata di quest'autrice!


la chimera di praga helenarrazioni gruppo di letturaQUAL è LA META DI QUESTO VIAGGIO NEL FANTASTICO? La chimera di Praga

CHI è LA NOSTRA GUIDA? Laini Taylor

CHI CI PERMETTE QUESTO PERCORSO? Fazi Editore

QUANTE DRACME D'ORO CI SERVONO PER INTRAPRENDERLO? 14.50

QUANTI MATTONI GIALLI HA LA NOSTRA STRADA VERSO OZ? 383 pagine

COSA DICE LA NOSTRA MAPPA? Karou ha 17 anni, è una studentessa d'arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un'intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l'esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz'anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell'aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell'immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua "famiglia" Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.




Qui sotto trovate il calendario con le tappe dedicate a tutti i capitoli. Non perdetevele e... Ricordatevi di commentare!

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lunedì 6 agosto 2018

RECENSIONE I FIORI NON HANNO PAURA DEL TEMPORALE di Bianca Rita Cataldi

i fiori non hanno paura del temporale recensione helenarrazioni


“Sono nata a Bologna in una casa che profumava di legno di sandalo e del ragù pesante della domenica, quello con la conserva di pomodoro e le polpette di carne. […] Sono nata nel sangue e nel sudore dell'estate, intorno al collo il cordone che Donna Marzia mi ha strappato via con le unghie. Mia madre aveva sempre una lacrima pronta in tasca come una mentina per ogni volta che ricordava quei pochi secondi di silenzio in cui io, appena venuta al mondo, non avevo respirato.
Ma quel silenzio, quello dei primi istanti di vita, l'ho scontato dopo con tutte le parole che negli anni non mi hanno mai abbandonata.”

recensione bianca rita cataldi helenarrazioni Gli antichi Egizi credevano che le parole avessero il potere della creazione. Bastava tracciarne qualcuna su un papiro e leggerla ad alta voce per dare vita a mostri o per piegare la volontà degli dei. Io vivo nel 2018, eppure, quando i miei occhi scivolano su alcune sequenze di pensieri d'inchiostro, riesco a percepire lo sfrigolio di un incantesimo. È quello che mi è capitato con l'incipit di I fiori non hanno paura del temporale, romanzo firmato da Bianca Rita Cataldi.
Mi è bastato assaporare le prime frasi per ricordare un luogo e un tempo che non ho mai conosciuto: Bologna, 1997. Ho voltato altre pagine, e l'arcano potere delle parole mi ha regalato esperienze e incontri che non ho mai vissuto. A metà romanzo ero completamente stregata.

bianca rita cataldi helenarrazioni recensione
Alcuni autori raccontano una storia, conducono il lettore da un punto A a un punto B. A volte ci sono delle curve, si gioca con lo spazio e con il tempo, ma l'effetto desiderato è una corsa fra le onde. Un viaggio lineare. Poi ci sono quelli che vogliono trascinarti sott'acqua, farti immergere nel mondo nascosto dalle loro pagine. La Cataldi appartiene a questo gruppo.
Leggendo, non ho solo visto le situazioni che descriveva. La sua scrittura realizza un'intensa stimolazione sensoriale, capace di coinvolgere il lettore in un modo poco comune, e per questo prezioso. Così sono stata parte della storia di due sorelle, Corinna e Serena, e delle persone che vorticano attorno a loro come satelliti.

recensione harpercollins helenarrazioni
Più che un racconto, l'autrice mette in scena un inseguimento. Corinna, la maggiore, quella che non si sente mai a casa, con due occhi d'acciaio che parlano di un padre mai conosciuto, cerca il genitore scomparso prima della sua nascita. Ha una scatola da scarpe come mappa, piena di oggetti che sussurrano frammenti di un amore rotto per sempre. Serena, invece, la piccolina, la bambina con le codine e l'acutezza per riconoscere le ferite della sorella, rincorre Corinna, ma trova se stessa.
Attorno a loro, una galleria di personaggi varia e vivida, un raduno di caratteri potenti nella loro unicità, sempre realistici, mai eccessivamente letterari. In particolare, spicca un meraviglioso “clan” tutto al femminile, una cerchia di donne (vive o morte) che condivide con le protagoniste una saggezza vestita di mistero e superstizione, una cultura che potrebbe appartenere al mito e che, invece, si amalgama con naturalezza a un contesto urbano vicino a noi nel tempo.


bianca rita cataldi helenarrazioni
Qui si scorge l'incantesimo di Bianca Rita Cataldi: il suo stile è semplice e, allo stesso tempo, magnetico. Le parole scorrono serene, ma sanno tracciare solchi profondi... Perché I fiori non hanno paura del temporale è soprattutto una storia d'amore, un sentimento che può crescere ovunque. Tra sorelle, tra genitori e figli, tra amanti, tra spiriti affini.
Ed è bello ricordare che al mondo non c'è magia più grande di questa.

I fiori non hanno paura del temporale (puoi acquistarlo QUI)
Bianca Rita Cataldi
HarperCollins
14,45 €
277 pagine
Narrativa contemporanea

domenica 22 luglio 2018

SEGNALAZIONE L'ULTIMO SORRISO di Alfonso Pistilli | RELEASE BLITZ

helenarrazioni segnalazione collana policromia

Ciao lettori!
Dopo una lunga assenza qui sul blog, torno a segnalarvi nuove uscite interessanti. Oggi parliamo di un thriller fresco di stampa, a metà strada tra sport e omicidi. Vi lascio qualche informazione in più qui sotto!

TITOLO: L'ultimo sorriso

AUTORE: Alfonso Pistilli

CASA EDITRICE: Pubme (Collana Policromia)

PREZZO: 15 € (cartaceo), 4,99 € (ebook)

NUMERO DI PAGINE: 158 pagine

TRAMAL’Ultimo sorriso nasce dall’urlo interiore contro le ingiustizie subite da un’intera città, Bari, all’epoca dei fatti legati all’indagine del calcioscommesse, ma se ne distacca lasciandolo sullo sfondo di una vicenda che si intreccia attorno a un misterioso omicidio. Alessandro si ritrova nel mezzo e sarà costretto a tirare fuori le unghie.
pubme collana policromia helenarrazioni
Tutti noi cerchiamo un sorriso in ogni angolo della vita, e talvolta lo troviamo laddove è impossibile. Alessandro Cocco, giovane venditore di vacanze a porta a porta, l’ha trovato in Halina, escort lituana trasferitasi a Bari, con la quale ha una profonda amicizia. Quando, al telegiornale, Alessandro apprende della sua morte, non vuole crederci, soprattutto dopo essere venuto a sapere che per la Scientifica si è trattato di suicidio. Conosceva davvero così poco la sua amica? O c’è dell’altro?

Qualche informazione in più sull'autore... "Nato a Bari il 5 luglio 1978. Laureato in economia e impiegato amministrativo in un’azienda della Grande Distribuzione. Grande appassionato di sport, di lettura, viaggi, trading. Sposato da nove anni con Nicoletta. Ho frequentato tre corsi di scrittura creativa tenuti dallo scrittore Tommy Di Bari. Ho ricevuto lezioni di scrittura dal mio carissimo amico e maestro Ruggero Ruggiero, scrittore ex editor. Perché scrivo? Perché amo immergermi in me stesso attraverso gli altri."

Puoi acquistare il libro QUI.