sabato 4 novembre 2017

RECENSIONE "QUESTO CANTO SELVAGGIO" di Victoria Schwab - Tra mostri e indagini sull'identità

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I mostri generano violenza o la violenza genera mostri?
August Flynn e Kate Harker si pongono la domanda, ma non conoscono la risposta. Sono i due eredi delle fazioni contrapposte in cui è divisa Verity City, a lungo teatro di omicidi e crimini, adesso territorio isolato e infestato da vari tipi di mostri, che trascendono la natura umana e si vestono di denti aguzzi e artigli, incubi che si manifestano nella realtà di tutti i giorni ogni volta che un atto di crudeltà viene perpetrato.
questo canto selvaggio helenarrazioni victoria schwabKate è la figlia di un uomo senza scrupoli, capace di trattare con le inquietanti creature e di chiedere ingenti somme di denaro ai suoi concittadini in cambio di protezione. Ribelle e testarda, sogna di essere spietata come suo padre. August è invece un Sunai, uno dei mostri più pericolosi della città, in grado di divorare un'anima semplicemente suonando il suo violino, eppure cela dentro di sé una sensibilità profondamente umana.
Mentre la tregua tra le due fazioni vacilla, le strade dei due giovani convergono in un solo punto. Riusciranno a sopravvivere?

Questo canto selvaggio di Victoria Schwab si presenta come un romanzo dark fantasy, tuttavia, se da un momento all'altro le metafore cominciassero a respirare, il mondo di cui parla e il nostro finirebbero probabilmente per coincidere.

L'autrice pone il lettore dinanzi a questa verità in maniera schietta e onesta, attraverso una prosa che colpisce fin dalla prima frase, cruda e, allo stesso tempo, lirica, talmente potente da dar vita in pochi capitoli ad una realtà nuova e complessa, che segue delle regole tutte sue. Si tratta della costruzione sapiente e sofisticata di un mondo originale, realizzata in modo trasparente e mai confusionario. I primi capitoli lasciano spazio ai successivi, intessuti d'azione, con un ritmo lento, adeguato non solo all'inquadramento dell'ambientazione, ma, soprattutto, all'immersione nel mondo interiore dei due protagonisti.


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Dove sei, Kate?, domandò a se stessa.
Era un gioco che faceva, ogni tanto, da quando aveva imparato la teoria degli infiniti paralleli, stando alla quale una persona non attraversa la vita in linea retta, ma come sui rami di un albero, biforcandosi ad ogni decisione, la sua identità che ogni volta prende una direzione diversa. Le piaceva l'idea che ci fossero cento Kate diverse, che vivevano cento vite diverse.”

La Schwab dà voce a due anime brillanti come stelle, tragiche e bellissime. August e Kate sono accomunati dalla sensazione di “essere persi”, dall'incertezza dell proprio io e del futuro, una percezione che è più intensa nell'adolescenza, ma che non abbandona mai nessuno. Attraverso i loro pensieri -evocati da uno stile che si adatta alle loro individualità- emerge la vera natura del romanzo, che è, a mio parere, filosofica: il lettore viene condotto in una complessa indagine sul concetto d'umanità.

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Kate vorrebbe essere un “mostro”: la vita l'ha spinta a mettere da parte ogni emozione e traccia d'empatia. Non c'è bisogno di essere i protagonisti di un romanzo fantasy per percepire quanto la società demonizzi la sensibilità e la trasformi in debolezza. In un mondo sempre più competitivo, non c'è spazio per le fragilità, anche se sono quelle ad arricchirci, a renderci veri. L'altro -che sia mostro o umano, vicino o straniero- acquista l'identità di nemico, e in una battaglia perpetua non ci si può ricordare che ogni uomo è sangue, ossa, domande.
August si odia, perché vorrebbe rinnegare il male che è una parte di lui. Che è una parte di noi tutti. Per natura ci accaniamo sui nostri errori, sugli sbagli che continuiamo a ripetere, per il modo in cui feriamo gli altri e noi stessi. Eppure ciò che August non vede è l'occasione. Di sacrificarsi, di prendere il male degli altri e di trasformarlo. Solo conoscendo le ombre del proprio cuore è possibile scorgere quelle degli altri.
E portare la luce.
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Questo canto selvaggio è il primo volume di una duologia.
Il mondo è un canto selvaggio, e, se lo si sa ascoltare, si possono distinguere non una, ma migliaia di voci. Ognuna racconta una storia. Per scoprire il finale della propria non si possono ignorare le altre... E sono davvero grata alla Schwab per avermelo ricordato con quest'indimenticabile melodia.

Questo canto selvaggio (puoi acquistarlo QUI)
Victoria Schwab
Giunti Editore
400 pagine
18 €
Dark fantasy, Young Adult

E voi avete mai letto qualcosa di Victoria Schwab? Vi piace il suo stile? Fatemelo sapere nei commenti!


4 commenti:

  1. Ciao! Mi sono appena iscritta al tuo blog che mi piace molto :)
    Ho amato questo libro e non vedo l'ora di legger il seguito!
    La Schwab l'amo! <3
    A presto, Fede

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    Risposte
    1. Ciao Fede! Grazie mille, sono felice che il mio angolino letterario ti piaccia :) Hai anche tu un blog? Potremmo diventare affiliate!
      Anche io impazzisco all'idea di dover aspettare per il seguito...
      Un abbraccio,
      Hele

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    2. Sì, anche io ho un blog, si chiama L’ennesimo book blog se ti va di passare sei la benvenuta! Ti ho messo nella lista dei blog che seguo ;)

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